L'educazione che riceviamo oggi, ci porta a riconoscere facilmente il valore inestimabile dei capolavori della storia dell'architettura antica. Mentre il giudizio sulle testimonianze del tempo presente, anche quando queste sono ispirate dai principi dell'utilità e della bellezza, rimane spesso confinato negli angoli oscuri della critica specialistica. Con un viaggio tra le opere più note di alcuni grandi maestri del Novecento e una selezione delle più recenti realizzazioni dei migliori architetti contemporanei, cercherò di offrirvi un punto di vista utile per interpretare le vicende dell'architettura, ovvero, l'arte di costruire spazi per la nostra vita quotidiana. Mi presento: sono Federico Bucci e insegno Storia dell'architettura al Politecnico di Milano, nel Polo di Mantova, città che conserva molti preziosi tesori dell'architettura italiana. Le lezioni e le esercitazioni del corso sono aperte agli studenti e ai cultori d'architettura, nonché a chiunque fosse interessato a scoprire le ragioni tecniche e artistiche degli edifici di buona qualità progettati e costruiti in tempi più recenti nelle città del mondo. Inizio subito col circoscrivere il terreno sul quale muoveremo i nostri passi. E preciso l'arco cronologico dell'età Contemporanea. Per convenzione storiografica, l'età Antica inizia con l'introduzione della scrittura – nel 3100 a.C. – e termina con la caduta dell'Impero romano nel 476 d.C.; l'età Medievale si svolge fino al 1492, anno della scoperta dell’America; quella Moderna, invece, giunge all'inizio della Rivoluzione francese, nel 1789, e quindi, da questo momento in poi, entriamo nella storia dell'età Contemporanea, accompagnati anche dalle diverse fasi della Rivoluzione industriale. Passo quindi alle questioni relative al termine Storia: a cosa serve? E qual è il compito dello storico? Alla prima domanda rispondo con la celebre e sempre valida locuzione dell'intramontabile Cicerone, classico in lingua latina che traduciamo così: "La storia è vera testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell'antichità". Per la seconda domanda, mi piace citare una bella frase di George Kubler, uno dei massimi studiosi delle civiltà maya e azteca: "Il contributo particolare dello storico è la scoperta delle molteplici forme del tempo. Il suo fine, qualunque sia la sua specializzazione, è di ritrarre il tempo". Ciò vuol dire che per leggere bene i fenomeni del passato dobbiamo essere in grado di separarci idealmente dal tempo in cui viviamo, attraverso un procedimento di astrazione che ovviamente non coinvolge i nostri strumenti di ricerca, ma alimenta le nostre capacità narrative. Infine, concludo con l'interrogativo centrale per i nostri interessi, ovvero, cos'è Architettura? Se dovessi raccontarvi tutti i tentativi compiuti nel tempo, dall'antichità ad oggi, per definire in modo preciso ed efficace il termine Architettura, dovrei occupare tutte le lezioni a disposizione citando architetti e artisti, scrittori e filosofi, che si sono cimentati in questa difficilissima prova. Quindi, provo a fare una scelta – molto parziale e soggettiva – da collocare su un immaginario podio, senza ulteriori distinzioni, limitata agli anni della contemporaneità. Étienne-Louis Boullée, architetto francese vissuto nel Settecento, nel libro Architettura. Saggio sull'arte contesta l'affinità tra architettura e arte del costruire, che Vitruvio dichiara nel primo trattato dedicato alla disciplina, scritto a Roma nel I secolo a.C. Di conseguenza, sottolineando il primato della creazione artistica sulle conquiste scientifiche, Boullée definisce l'architettura "l'arte di progettare e portare alla perfezione un edificio qualsiasi". Circa centocinquanta anni dopo, Le Corbusier, maestro del XX secolo, nel libro Verso una architettura, pubblicato a Parigi nel 1923, afferma perentoriamente che "l'Architettura è un fatto d'arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi della costruzione, al di là di essi. La Costruzione è per tener su. L'Architettura è per commuovere". Infine, in una conferenza tenuta nel 1959, un altro grande protagonista dell'architettura moderna, Ludwig Mies van der Rohe, emigrato negli Stati Uniti prima della guerra, ci regala una definizione sintetica e molto efficace: "Architettura è l'espressione del lento svolgersi di un'epoca". Dunque, per concludere, architettura o arte del costruire? Questo è il dilemma! è più nobile narrare le espressioni dello spirito artistico, oppure mettere al centro le tecniche costruttive? E' ciò che vedremo, in una serie di lezioni divise in tre sezioni: la prima è dedicata alle opere dei grandi maestri del Novecento; la seconda sceglie di approfondire il lavoro di due protagonisti dell'architettura italiana; e infine, la terza, è un viaggio nell'architettura dei nostri giorni, che dona bellezza alle nostre città.